Uila Puglia, Buongiorno: “Bene i 114 mln del Pnrr per la lotta al caporalato. Ma vanno sostenuti i Comuni nella progettazione. Non va sprecato neanche un euro”

“Finalmente c’è un approccio transdisciplinare per affrontare un problema complesso legato all’emergenza abitativa dei migranti. Il Sindacato è disponibile ad offrire il proprio contributo affinché ci sia il salto di qualità che tutti auspichiamo”. Pietro Buongiorno, Segretario Generale della Uila Puglia, si rivolge direttamente alle amministrazioni comunali in vista della road map che porterà all’assegnazione dei fondi del Pnrr per superare i ghetti insediati sul territorio regionale. Queste le sue dichiarazioni:
“I 114 milioni di euro previsti dal PNRR per il superamento degli inserimenti informali dei migranti in Puglia sono un segnale di attenzione importante del Governo per dare risposte al fenomeno del Caporalato. Benissimo dunque voler superare condizioni abitative indegne, data la numerosa presenza di manodopera migrante utile nell’affrontare le stagioni di grande raccolta e che in alcuni territori insiste per brevi periodi dell’anno, mentre in altri contesti presenta insediamenti stabili con una presenza più stanziale viste le varie colture che caratterizzano l’areale ad esempio nella provincia di Foggia con le raccolte degli asparagi prima, dei pomodori e delle olive dopo, mentre se pensiamo alla provincia di Bari durante la raccolta delle ciliegie gli insediamenti sono temporalmente connotati in un range molto più breve. Al di là dello stanziamento delle risorse, avremmo auspicato una gestione regionale di questi fondi che invece oggi viene assegnata ai Comuni ai quali viene demandata la progettazione degli interventi. Comuni che, quindi, oggi sono chiamati a lavorare alacremente ed in modo concreto affinché vi sia un utilizzo pieno delle risorse per superare in modo definitivo questa divisione netta tra i centri urbani e gli insediamenti di fortuna, una diatesi che non è solo fisica, ma anche culturale ed identitaria. Dobbiamo partire dall’inclusione di queste persone dal punto di vista lavorativo, sociale, economico e giuridico. E’ importante anche parlare non solo di infrastrutture, ma anche di servizi investendo risorse per garantire un meccanismo di trasporti che consenta a questi lavoratori di arrivare ai luoghi di lavoro in modo sicuro, un tema che è di fatto una delle scommesse più importanti per contrastare il fenomeno dal caporalato. Si devono offrire alloggi, pensando a come intermediare domanda e offerta di lavoro ed al contempo permettere a questi braccianti di fruire di servizi indispensabili alla persona che consentano loro di vivere nella legalità ed integrarsi all’interno delle comunità di riferimento. Bisogna, quindi, supportare i Comuni mettendoli nelle condizioni di progettare soluzioni durature per una reale integrazione di queste comunità di migranti nelle nostre comunità affinchè non si vivano quegli spazi come gli spazi dell’alterità, dei non luoghi in cui vige la legge del caporale, bensì diventino luoghi di comunità, di una sola comunità. Le organizzazioni sindacali e datoriali attraverso gli enti bilaterali possono essere uno strumento per supportare il sistema”.